Alla fine le console ce l’hanno fatta a morire. Non è tanto la circostanza a rattristare, se ne rumoreggiava ormai da troppo tempo per trattarsi di una notizia fortemente esagerata, quanto il calvario che hanno dovuto sopportare nella loro ultima generazione, la peggiore da che il pad è entrato in salotto. Tra remake e definitive edition di giochi più giovani delle console su cui giravano, il mercato ha provato a spremere quanto più possibile i videogiocatori, bramosi di qualunque cosa sembrasse vagamente next-gen, o almeno fingesse bene di esserlo, dopo la lunga epopea di PS360. A gran parte dei videogiocatori, ad ogni modo, la spremuta non è dispiaciuta, e in quelle 40 miilioni di PS4 e 15 milioni di One c’è tutta la spiegazione di quel che sta accadendo.

Una generazione nata balorda e proseguita peggio, supportata da numeri da età dell’oro, che ha fatto di Digital Foundry la sua bibbia. Se la conta dei pixel a video viene prima di ogni altra considerazione, la ricerca della maggior potenza è destinata ad essere forza trainante dell’industria. Non poteva che toccare all’inseguitore Microsoft dunque iniziare ufficialmente le danze, dopo che Sony aveva candidamente ammesso di avere Neo in cantiere, ma di non averla portata al E3.

Il pugno su tavolo di Microsoft, inevitabile per contenere il tracollo, porta con sé tutte le contraddizioni dell’indecifrabile e contorta strategia adottata fin dall’annuncio di One. La tanto sventolata universalità delle app tra PC e Xbox si è risolta con la cessione al PC delle esclusive boxare, senza alcun tornaconto lato console, almeno per il momento. L’annuncio poi di One S – leggermente più potente del modello base – e di Project Scorpio in arrivo a natale 2017 conficca poi l’ultimo chiodo nella bara di One, a diciotto mesi dall’arrivo del suo successore. Il gioco varrà la candela?

Xbox One S

Microsoft tuttavia non poteva far altrimenti, serviva un sferzata, una bellicosa dichiarazione d’intenti, una rivendicazione al trono della supremazia tecnica, e Project Scorpio si prospetta come fuori da ogni logica in questo senso. I percorso tracciato pare quello di upgrade periodico molto più ravvicinato rispetto al passato, con un nuovo modello lanciato sul mercato a prendere il posto del precedente top di gamma, un ecosistema in cui convivono modelli dalle diverse prestazioni appartenenti però tutti a una stessa famiglia con cui condividono giochi e accessori. D’altra parte le architetture delle console di oggi consentono di garantire scalabilità e retrocompatibilità senza grosse complicazioni.

Beffardamente, è infine Microsoft a concretizzare il progetto di Valve, introducendo in buona sostanza tre diverse fasce distinte per prestazioni, ovvero risolvendo la grossa incognita che ha sostanzialmente condannato le Steam Machine prima della loro nascita. Semplificando, e azzardando una previsione, le prossime esclusive Microsoft gireranno a Ultra su Scorpio, a High su One S e a Medium su One, con i PC di fascia alta che andranno a porsi un gradino sopra a Scorpio. È ormai da tempo che le console sono PC incastrati in case da salotto, sia per architettura interna, sia per la caduta del mito che voleva il gioco su console pronto all’avvio subito dopo averlo inserito nel lettore. Tanto vale giocare a carte scoperte dunque: chi vuole la massima potenza senza compromessi continuerà a rivolgersi al PC, mentre Scoprio rappresenterà un comoda alternativa per tutti quelli troppo pigri per assemblare e configurare. Due sono le incognite: prezzo e possibilità di cambiare singole componenti.

La strada tracciata da Microsoft, ad ogni modo, verrà battuta presto anche da Sony, che al momento ha 40 milioni di consumatori estremamente soddisfatti e dunque non sente l’urgenza di comunicare loro che l’hardware che hanno piazzato in salotto presto perderà la palma del più potente sul mercato, primato su cui è stato costruito il successo di PS4. D’altra parte l’azienda giapponese al momento gode di una fiducia incondizionata che le consente di muoversi con una disinvoltura senza precedenti. Dopo aver vinto lo scorso E3 con un trittico di giochi di cui il primo uscirà solo questo ottobre – dopo niente meno che 9 anni di lavorazione – mentre gli altri due sono al momento missing in action, anche quest’anno i pilastri della conferenza sono stati giochi che difficilmente vedremo nei prossimi 12 mesi: la nuova opera di Kojima addirittura non ha ancora un motore grafico. Voglio dire, certo Horizon è la cosa più impressionante degli ultimi anni, ma il curriculum di Guerrilla dovrebbe ispirare quanto meno un po’ di prudenza, no? Eppure sono ovazioni a prescindere, mentre Microsoft sfodera Forza Horizon 3, terzo capitolo di un racing che pare ancora più pazzesco dei suoi due ottimi predecessori, in uscita già a settembre nel disinteresse generale. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, si potrebbe semplicemente chiosare.

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L’errore, probabilmente, è quello di cercare un qualche segno di maturità in un’industria che ha come target una generazione – la mia, sia ben chiaro – che si rifiuta di abbandonare l’adolescenza e i suoi sbalzi umorali. Così all’indomani della strage di Orlando sembra assolutamente normale a tutti pompare a tutto volume trailer sparacchini dal tono serissimo facendo finta che nulla sia successo, ad eccezione di una spilletta alla conferenza Bethesda. E se qualcuno stupidamente – io ad esempio – sperava la Prima Guerra Mondiale potesse stimolare un approccio più profondo al videogame bellico, non dico più intelligente, la necessità di far esplodere uno Zeppelin già nel trailer di Battlefield 1 ha fugato ogni dubbio.

Prima di entrare nel nuovo corso delle console – che contenutisticamente si annuncia molto simile al precedente, anche se credo che ciò non darà fastidio a molti – resta però un ultimo omaggio da tributare all’epoca che sta per chiudersi, ovvero quel Zelda: Breath of the Wild che segnerà contemporaneamente la morte di una console stramba, mal gestita, sottovalutata, ma con rapporto giochi/capolavori senza precedenti, a l’alba di NX, un’altra console/non-console. Almeno così si mormora. Per le certezze bisognerà aspettare probabilmente il prossimo E3 e un nuovo giro di giostra. Eppure, provate a guardare questo filmato e ditemi, non sarà un’attesa straziante?



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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